Proponiamo l’ultima lettera dal Ciad di Padre Armando con cui augura a tutta la comunità una buona Pasqua.
Cari amici.
E’ già Pasqua. Per chi è credente, si tratta di un momento forte: siamo nel cuore della nostra fede. Qui a N-giamena siamo in piena ‘via crucis’: la stagione del gran caldo, ma anche la situazione sociale che resta sempre tesa. La povertà si palpa e, proprio in faccia, il lusso sfacciato!
Non abbiamo ancora un ‘mandato’ ufficiale del vescovo, il quale arrivato nuovo vuole portare delle modifiche alle unità pastorali. Nel frattempo aiutiamo le parrocchie della nostra zona. Per esempio, abbiamo fatto un giro delle parrocchie e dei settori per le confessioni. Tutti i sacerdoti si mobilitano per farlo insieme. Esperienza bella ma anche esigente: ore di ascolto in un caldo soffocante.
Io approfitto anche per leggere molto sulla storia del Ciad e della capitale. E’ importante essere al corrente della storia di queste popolazioni. Ci stiamo coinvolgendo anche pian piano nelle relazioni islamo-cristiane. C’è tutto un lavoro che si fa, anche se pare ancora come un timido e ambiguo inizio. Sto prendendo anche contatti con alcune realtà che mi interessano: quella ecumenica (poco!), alcuni gruppi e movimenti con cui ho contatti da molto tempo: Focolari, Sant Egidio…
Vado ogni tanto alla prigione. Soprattutto per conoscere quella realtà. Preghiamo coi prigionieri cattolici e protestanti. Per fortuna c’è anche un servizio ‘Giustizia e Pace’ che si sta mettendo in piedi per seguire le situazioni più evidenti d’ingiustizia. I prigionieri soffrono molto: sovraffollamento, molti dormono sempre all’aperto, altri invece sono intassati di notte nelle ‘camere’ dove si soffoca a più di 40°. Non c’è posto per allungarsi. L’anno scorso ci sono stati dei morti letteralmente soffocati in questi forni. Non parliamo di assistenza sanitaria. La maggioranza dei prigionieri non sono ancora passati davanti a un giudice.
Padre Marco approfitta per curare la pubblicazione di lavori di ricerca che aveva fatto anni addietro sulla cultura della tribù dei Musey, dove ha lavorato per tanti anni.
Insomma questa inattività forzata ci permette di iniziarci alla vita di N-giamena e di portare avanti alcuni interessi utili per la missione.
Buona Pasqua! Dio ci benedice. Penso a voi.
Padre Armando COLETTO
Missionario saveriano