Le nostre chiese

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LE CHIESE DI FAGAGNA

In epoca antica Fagagna annoverava un numero importante di Chiese; memorie del 1350 ne enumeravano ben otto nel circuito della parrocchia, tra cui la Chiesa Parrocchiale dedicata a S. Maria Assunta, la Chiesa succursale dedicata a S. Giacomo maggiore Apostolo, la Chiesa di S. Apollinare in campagna, la Chiesa di S. Giorgio sulla strada che conduce alla parrocchiale sopra il borgo Riolo, la Chiesa di S. Giovanni in località omonima e la Chiesa di S. Leonardo che ancor oggi si vede nella sua snella struttura del trecento, oltre alla Chiesetta S. Antonino in Castello eretta nel 1720.
Di queste Chiese la più importante certamente, perché anche la più antica, è sempre la parrocchiale, che ha intorno a sé una storia gloriosa..
E’ proprio intorno alla Chiesa parrocchiale, antica Pieve, che sorsero poi tutte le altre e per sopperire ai sempre crescenti bisogni religiosi dell’aumentata popolazione, e per servire di oratorii alle rispettive confraternite o fraterne laicali che qui a Fagagna, come in tutti i luoghi, sorsero numerose. La sola Chiesa di S. Michele, perché oratorio degli antichi castellani, non aveva fraterne, ed era officiata coi proventi propri, sui mansi e feudi del Castello.
Le altre Chiese tutte ebbero diverse rendite, loro venute per lasciti e per offerte specialmente dei confratelli ed associati della rispettiva fraterna.
Due sole sopravvissero alla soppressione avvenuta nel 1810 delle fraterne che le avevano fondate e che le mantenevano al culto.
Queste due sono le Cappelle di S. Michele in Castello e di S. Antonio Abate e S. Nicolò vescovo nel borgo omonimo di San Antonio, entro il circuito di casa Asquini.


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Pieve

LA PIEVE DI SANTA MARIA ASSUNTA

Le Pievi o Pievanie anticamente non erano più di trentacinque - contando anche i Capitoli e le Abbazie - tra gli odierni confini della vasta arcidiocesi di Udine.
Conseguentemente vasto era il territorio sul quale ciascuna di esse operava per la cura delle anime.
Tra queste v’era la Pieve di Fagagna una delle più antiche e vaste Pievi friulane.
Apparteneva all’arcidiaconato superiore del patriarcato d’Aquileia e abbracciava sotto una sola chiesa parrocchiale e un solo pievano tutto quel territorio che oggi comprende le attuali parrocchie di Caporiacco, Ciconicco, Colloredo di Montalbano, Fagagna, Lauzzana, Madrisio, Silvella, Tomba di Mereto con tutte le rispettive filiali.
Non è dato sapere quando sorse.
Con ogni probabilità la Pieve primitiva sorgeva in piano, trasferendosi solo in un secondo tempo sui colli al riparo dalle invasioni barbariche.
Ciò avvenne o nella seconda metà del sec. V o più probabilmente nel sec. X.
Gli scavi eseguiti all’interno della Pieve sembrano indicarci come più esatta questa seconda data.
Va detto però che alcuni incerti resti murari ritrovati nell’area del presbiterio ci rimandano ad una epoca più antica.
Come pure indizio di un più antico insediamento cultuale è il fatto che la Pieve sia sorta in un’area cimiteriale d’epoca romana, come ci viene attestato dal ritrovamento, nel 1509, della lapide funeraria dei Fannii e dal recente ritrovamento di vasi lacrimatori nei resti di una tomba sita all’angolo sud-ovest all’interno della Pieve.
Il primo documento ufficiale che comunque parla della Pieve di Fagagna è del 1247, anno in cui la Pieve è tassata per ordine del Patriarca Pertoldo di marche XXV.
La Chiesa viene ricordata nuovamente poco più tardi, nel 1251.
Era ad una sola navata lunga circa trenta metri e larga nove.
All’interno, le pareti erano ricoperte d’affreschi dei quali resta ora solo qualche lacerto.
Accanto alla Chiesa il campanile, alto attualmente ventotto metri, ma è un’altezza raggiunta in tre epoche diverse.
L’aspetto attuale la Pieve l’assunse nella prima metà del sec. XVI. La navata primitiva fu allungata di circa cinque metri dal lato della facciata, venne ampliato il presbiterio e furono aggiunte le due navate laterali.
Nel 1558 il consiglio della Comunità delibera l’ampliamento della sacrestia.
E’ del 1572 la notizia che ci fa conoscere l’esistenza di un organo liturgico nella Pieve il quale verrà sostituito nel 1793 dall’attuale.
Il 21 gennaio 1594, durante la visita pastorale, il patriarca Francesco Barbaro consacra due altari.
Anche la sistemazione interna della Chiesa doveva essere terminata.
Nel 1651 la necessità di alcuni lavori di manutenzione straordinaria, diedero l’occasione per una sistemazione interna della Pieve secondo i gusti barocchi correnti.
Le capriate a vista della navata furono ricoperte da un soffitto piano, fu risistemato il coro e data nuova forma alle finestre.
Nel 1702 sarà la vecchia ancona lignea dell’altar maggiore a dover cedere il posto ad un nuovo altare in marmo sul quale nel 1759 verrà collocata l’Annunziata del Torretti.
Nel 1712 il campanile, colpito dal fulmine, verrà riparato e sistemato nella forma che mantenne fino ai restauri più recenti.
Agli inizi del sec. XIX si cominciò a pensare a ridare la forma architettonica primitiva all’edificio della Pieve.
Nel 1909 si cominciò ad abbattere il soffitto seicentesco, che del resto era pericolante. Poi si ridiede alle finestre la forma primitiva.
La prima guerra mondiale impose una pausa e fece poi sospendere ogni ulteriore lavoro.
Fu il terremoto con i suoi danni a rimettere in moto i progetti di intervento.
Intervenne la Soprintendenza per i beni artistici del Friuli Venezia Giulia che, riconoscendo l’importanza storica del monumento, si assunse l’impegno del restauro completo della Pieve.
Il progetto di restauro definitivo fu pronto nel 1982.
Per il campanile si operò per un consolidamento statico ed un restauro vero e proprio.
All’esterno furono rimossi gli intonaci, ciò che ha consentito di mettere in luce tre ordini di aperture corrispondenti ad altrettante celle campanarie di epoca diversa.
Anche le murature della Chiesa furono oggetto di consolidamento statico. Fu inoltre revisionato il tetto e sostituite le capriate.
Sulle pareti sono venuti in luce tracce di affreschi e finestre romaniche della Chiesa primitiva.
Il pavimento fu rimosso e furono fatti scavi in profondità. Ciò ha permesso di mettere in luce resti degli edifici precedenti con i relativi pavimenti in cocciopesto.
Oggi, la Pieve rimessa a nuovo nelle sue linee architettoniche primitive e rinsaldata nelle sue strutture murarie, testimonia ai fagagnesi quali sono state le loro radici cristiane.

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Chiesa di San Giacomo

LA CHIESA DI S. GIACOMO

Questa Chiesa sorse con ogni probabilità con il diffondersi della devozione dell’apostolo S. Giacomo, in seguito alla scoperta del suo sepolcro in S. Giacomo di Compostella e quindi nella seconda metà del sec. XII.
Ricordata nel 1360 viene rifatta ed ampliata nel 1500 e consacrata nel 1558.
Era a quell’epoca già dotata di un organo per accompagnare il canto delle funzioni liturgiche.
Nel 1638 diviene Chiesa sacramentale; già nel 1610 vi venivano conservati gli oli santi.
La sua fortunata posizione nel centro del paese la rese sempre più importante e frequentata.
Ed è per questo che si salvò dalla soppressione napoleonica che chiuse e confiscò invece tutte le altre chiese della Pieve.
Rimasta però senza rendite di sorta, si ridusse a tale stato di pietoso degrado, che il vescovo mons. Lodi, nel 1842, durante la visita pastorale, voleva chiuderla al culto.
Fu allo zelo del vicario G. Zozzoli da Gemona, che si deve la ricostruzione ed il riatto della Chiesa, che d’allora assunse l’attuale aspetto.
I lavori cominciati il 23 aprile 1843 furono compiuti nel 1853 e il 9 luglio 1854 la Chiesa venne consacrata dal fagagnese card. Fabio Asquini.
Lavori di abbellimento furono attuati a varie riprese: l’altar maggiore del Fantoni di Gemona nel 1867, l’immagine lignea della B.V. del Rosario nel 1909, l’organo dei Zanin di Codroipo nel 1904, nuova decorazione nel 1913.
Ultima, l’ampia gradinata d’accesso in pietra donata dall’arciprete Comuzzi in occasione del suo 50° di messa.
La Chiesa di S. Giacomo è attualmente di fatto, la chiesa parrocchiale di Fagagna.

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Chiesa di San Leonardo

LA CHIESA DI S. LEONARDO

Anche questa Chiesa, sede dell’omonima confraternita, fu chiusa nel periodo napoleonico e divenne proprietà comunale. Fu adibita ad usi profani che causarono il grave degrado del ciclo d’affreschi, databili al sec. XVI, che ne ricopre le pareti interne e le lunette esterne del cornicione sottogronda. L’edificio quattrocentesco è stato recentemente (1982) recuperato e restaurato a cura della Soprintendenza ai monumenti, con un tempestivo intervento che ne ha impedito la totale perdita.


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Chiesetta di San Michele

LA CHIESA DI S. MICHELE IN CASTELLO

Questa Chiesa era l’oratorio degli antichi castellani. Il titolo ricorda un insediamento longobardo. E’ una delle cosiddette “chiese zoppe” per l’aggiunta fattavi nel lato settentrionale, di una navata per la salubrità e ad uso di scorrimento. Viene ricordata già nel 1251 in occasione dei patti dotali per il matrimonio di Enrico di Fontanabona con Aurea figlia del nobile Corrado di Lauzana. Fu restaurata più volte, e oltre alla bella posizione in cui si trova non presenta nulla di notevole.


LA CAPPELLA DI S. ANTONIO ABATE E S. NICOLO’ VESCOVO

Ora chiusa entro il recinto di proprietà della nobile famiglia Asquini, è certamente una delle più belle chiese minori od oratori di Fagagna, perché ricordata fin dal 1348 da più benefattori che lasciarono ad essa ed alla sua fraterna dei legati.

La facciata in pietra ha la porta a sesto acuto ed il campanile a vela.
La famiglia Asquini la conserva come prezioso monumento della antica pietà dei Fagagnesi e come ricordo di famiglia perché in essa c’è una tomba che servì per un secolo e fino al 1812 per il tumulo degli Asquini.

ALTRE CHIESE

Altre Chiese esistevano ancora in tempi molto remoti, di cui però ora non rimane che il ricordo o pochi ruderi, come quella si S. Apollinare situata nella campagna omonima; demolita perché crollata nel 1820, adoperandone il materiale di demolizione nella fabbrica del muro nuovo di circuito del cimitero parrocchiale, mentre la statua in pietra veniva collocata nella Chiesa di S. Antonio abate.
La Chiesa di S. Antonino in Castello, ancora visibile nelle forme esteriori, soppressa al culto nel 1830 circa e ceduta al Municipio di Fagagna nel 1867, passata poi al demanio con la legge di soppressione ed ora all’interno ridotta a un tugurio.
Si ricorda inoltre la Chiesetta di S. Giorgio le cui vestigia si trovano sulla spianata sopra la strada che dal borgo Riolo conduce alla parrocchiale, ed infine, quella di S. Giovanni Decollato nella località detta anche oggi di S. Giovanni in Colle e le cui ultime vestigia del piccolo campanile furono tolte or sono pochi anni dagli attuali abitanti del luogo.

(fonti: Archivio parrocchiale di Fagagna e Carlo Costantini in Fagagna uomini e terra)